Il vino alla mescita

By martedì, luglio 15, 2014 0 , , , Permalink 0

 

In Italia la cultura vera del Wine Bar ancora è molto lontana, nonostante imperversino insegne in ogni città, e località del Bel Paese. I wine bar infatti sono concepiti come delle enoteche, bistro o semplici bar . C’è una gran confusione, e non c’è una vera e propria cultura del bere vino “al bicchiere”, ovvero alla mescita. Sia da parte dell’esercente, che da parte dei clienti si è restii al fatto di potersi sedere e ordinare un bicchiere di una specifica bottiglia. Ancora c’è chi ordina il vino sfuso o un generalissimo bicchiere di vino bianco o rosso.

Il “bar del vino” dovrebbe concepire una grande varietà di vino da poter assaggiare, tante etichette da poter aprire anche solo per un bicchiere. Provocatoriamente si potrebbe intendere wine bar un posto dove l’intera carta dei vini è disponibile alla mescita, perché non pensare ad esempio di poter bere un solo bicchiere di Petrus? Al Wonder bar di Londra è possibile! In Italia c’è ancora l’idea un po’ antiquata per cui vendere vino al bicchiere è un’attività degradante e sminuente per il locale. Pochi riconoscono che invece potrebbe essere un grande vantaggio non solo per il mero commercio del vino, ma anche e soprattutto per la cultura del vino. Illustrissimo esempio Italiano è l’Enoteca Pinchiorri di Firenze di Annie Féolde e Giorgio Pinchiorri che hanno fatto della loro enoteca in cui si vendevano negli anni ’70 bottiglie e vini al bicchiere, un ristorante con una cantina tra le migliori al Mondo.

Questo ci fa riflettere sul fenomeno dei “vini alla mescita” in cui ci sono realtà importanti sempre alla ricerca della qualità, e realtà in cui per mescita si intende “fare cassa”. Come sempre la verità auspicabile sta nel mezzo; sarebbe bello poter spendere una giusta cifra per un bicchiere di una buona bottiglia, e sarebbe altrettanto bello poter permettere di bere un bicchiere di una grande bottiglia, perché non sempre si ha la voglia e la possibilità di finirla anche se si è in coppia. C’è anche da dire che con le leggi sull’alcol per chi si mette alla guida, il limite è talmente basso che sapendo di dover guidare, è preferibile non rischiare e adottare la politica di un solo bicchiere. E allora perché se deve essere uno, sprecare l’occasione con un vino qualsiasi? Scegliamoci il vino, beviamo bene e in maniera consapevole.

In Francia nove ristoranti su dieci propongono vino alla mescita, e considerano questa una risorsa importante che dà lustro al locale. In genere un bicchiere di vino si aggira attorno ai 4 €, ma ciò che viene servito è spesso un vino dall’identità non ben definita o meglio non specificata. Il vino al bicchiere è una soluzione importante che può salvare tante attività dalla crisi, sembra una banalità, ma non lo è; basti pensare che aprendo bottiglie anche importanti che fino a quel momento sono rimaste a lungo a riposo in cantina, si può vendere molto più vino senza rischiare di affollare il magazzino che per le attività è solo un costo. Il volume d’affari può crescere visibilmente, arrivando circa al 25 % del totale del vino venduto.Un’idea carina che molti ristoranti adottano è quella di fare il menu degustazione con un bicchiere di vino in abbinamento ad ogni portata; è vincente per far assaggiare in un unico pasto la cucina dello chef e per degustare diversi vini. Sempre molto azzeccata è la lavagna dietro al bancone del bar in cui vengono elencati i vini alla mescita. Un suggerimento per gli operatori del settore: aprite, aprite e ancora aprite le bottiglie che tenete in cantina, non ve ne pentirete!

 

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